L’intelligenza intrarpersonaleimplica una buona conoscenza di sé, che spesso si riflette in comportamenti all’insegna dell’autonomia e di una soddisfacentegestione della propria persona: effettuare scelte consapevoli sulla base delle proprie preferenze, individuare i propri punti di forza e di debolezza, saper riconoscere i personali stati emotivi identificando i fattori e le situazioni che li hanno determinati.
Nel bambino, uno dei tratti che indica un buon livello di intelligenza interpersonale è l’autonomia operativa, ovvero la capacità di assolvere alle principali necessità quotidiane connesse all’igiene, all’alimentazione, alla cura di sé, di perseguiremprogetti propri o portare a termine compiti che gli vengono affidati senza la necessità di continue sollecitazioni, aiuti e stimoli esterni.
È pur vero che una limitata autonomia non sempre indica una reale incapacità da parte del bambino, spesso può essere imputabile a una mancanza di esercizio dovuta a comportamenti iperprotettivi e gesti anticipatori da parte degli adulti di riferimento.
Sarà opportuno osservare e stimolare anche un diverso tipo di autonomia, quella decisionale, cioè la capacità di prendere decisioni e compiere scelte coerenti ai propri desideri, gusti e preferenze, piuttosto che lasciarsi condizionare dal fattore imitativo. Riuscire a sviluppare questo livello di consapevolezza, che reca in sé il riconoscimento della diversità individuale come valore, sarà funzionale al rafforzamento dell’identità e dell’autostima. La presa di coscienza delle proprie emozioni, la possibilità di identificarle ed esprimerle, anche attraverso linguaggi alternativi a quello verbale, rappresenta un’altra importante conquista legata a questo tipo di intelligenza.
È noto che le emozioni spiacevoli come la rabbia, la paura, la tristezza, se represse, compromettono il benessere personale e presentano il rischio di sfociare in comportamenti problematici quali aggressività, chiusura, anaffettività. Il bambino che riuscirà a raccontare, illustrare, drammatizzare una paura condividendola con gli altri, o che troverà le parole per comunicare un sentimento di rabbia, avrà trovato modalità valide capaci di ridimensionarne il carico emotivo che si porta dentro.
L’intelligenza interpersonalerende l’individuo capace di costruire relazioni fondate sull’empatia nel comprendere i sentimenti, le emozioni e le esigenze degli altri; di interagire in modo proficuo assumendo particolari ruoli sociali di leader,facilitatore, tutore, mediatore dei conflitti e organizzatore.
Riconoscere tale attitudine risulta abbastanza semplice e intuitivo; sono i cosiddetti bambini socievoli che interagiscono spontaneamente con adulti e coetanei,che prendono parte ai giochi e alle attività con entusiasmo di gruppo o chetentano di coinvolgere gli altri nelle loro iniziative. Il bambino che possiede un’adeguata o elevata capacità di relazionarsi è indubbiamente più felice di chi ne è carente. Ciò influenzerà dal punto di vistaqualitativo la sua vita di adulto, ed è molto probabile che nel tempo rafforzi questasua attitudine e sviluppi atteggiamenti di apertura e fiducia nel confronti delprossimo.
Occorre prestare attenzione alle modalità attraverso cui i bambini mettono in atto la relazione poiché possono essere condizionate da diversi fattori inerentil’intelligenza intrapersonale, in particolare dal grado di sicurezza raggiunto.
Un’eccessiva e continua ricerca dell’altro, piuttosto che rivelare socievolezza,può infatti essere indice di insicurezza e sfociare in comportamenti di dipendenza.Al contrario, in un soggetto troppo sicuro di sé, che ha avuto modo di sperimentare il proprio ascendente sugli altri, esiste il rischio che utilizzi questo suo potere con atteggiamenti di prevaricazione.
L’intelligenza matematica si manifesta attraverso abilità di calcolo, quantificazione, creazione di rappresentazioni spaziali, elaborazione di strategie risolutive di un problema, abilità nel cogliere le relazioni tra le cose, capacità di generalizzare le regole apprese e utilizzarle in contesti diversi. A differenza di alcuni tipi di intelligenza che risaltano immediatamente all’occhio o all’orecchio dell’educatore, cogliere la predisposizione alla matematica nei bambini in età prescolare non è altrettanto semplice né intuitivo. Questo accade per via della natura stessa della disciplina che si fonda principalmente sulle capacità di astrazione e conversione in simboli. Il bambino, trovandosi in una fase preoperatoria del pensiero matematico, per sviluppare i primi concetti che in futuro diverranno astrazioni mentali avrà bisogno di riferimenti concreti e tangibili. A tal proposito sarà utile fornire ai bambini materiali strutturati o occasionali che si prestano ad attività di seriazione, raggruppamento, stima della quantità, individuazione di legami logici e osservare le loro modalità d’approccio, il grado di coinvolgimento che mostrano durante le attività e i livelli di competenza che raggiungono in situazioni-stimolo proposte dall’insegnante.
L’intelligenza naturalistica implica interesse per i fenomeni naturali, sensibilità ai cambiamenti stagionali, curiosità espressa attraverso frequenti domande sul principio di causalità, approccio multisensoriale alla realtà, attitudine alla previsione e alla sperimentazione delle ipotesi.
Un ambiente interno, come una sezione di scuola dell’infanzia, per quanto ricco di risorse e materiali, non è certamente il posto ideale per osservare le modalità attraverso cui l’intelligenza naturalistica si manifesta, né offre le condizioni per poterla valorizzare o stimolare. Il bambino che ne è dotato probabilmente mostrerà la sua propensione interessandosi alla vita di piante, animali e fenomeni, ascoltando l’insegnante o guardando le loro rappresentazioni su immagini. Tuttavia, nessuna presentazione con i migliori supporti cartacei o multimediali potràsostituire un’esperienza a diretto contatto con la natura. La presenza di uno spazio verde circostante la scuola costituisce già un’ottimarisorsa in quanto permette l’osservazione e l’esplorazione diretta e multisensoriale di elementi, fenomeni, insetti e volatili; offre inoltre la possibilità di creare un piccolo orto avviando esperienze di semina e coltivazione. In mancanza di un minuscolo fazzoletto di terra, triste realtà di parecchie scuole circondate tuttalpiù da aridi cortili, bisognerà arrendersi?
Ovviamente no! Si farà il possibile per portare «pezzettini» di natura all’interno delle mura scolastiche.
L’intelligenza musicalesi manifesta con una spiccata sensibilità ai diversi aspetti della realtà sonora, alle variazioni di tono, di timbro, propensione alla riproduzione e invenzione di strutture ritmiche, all’uso e alla creazione di strumenti musicali, attitudine al canto corale e individuale. Il ruolo marginale, che generalmente nelle scuole di ogni ordine e grado viene attribuito all’educazione musicale e di conseguenza l’esiguità del tempo ad essa destinato, è penalizzante per tutti i bambini i quali sin dalla nascita presentano un istinto musicale, che la realtà scolastica tenderà progressivamente a soffocare; comporta inoltre il rischio che, individui particolarmente dotati, non prendano mai coscienza delle loro potenzialità. Nella scuola dell’infanzia spesso ci si limita all’ascolto e al canto corale, attività di certo importanti, ma non esclusive per sviluppare o lasciar emergere le abilità connesse a questo tipo di intelligenza. L’esplorazione della realtà sonora risulta una pratica congeniale ai bambini a partire dalla più tenera età e la scuola può fare parecchio per sviluppare o valorizzare questa attitudine. Non occorrono costose strumentazioni per guidare i bambini a sentire la musica dentro, si può partire dai ritmi del corpo (respiro, battito cardiaco), farli
giocare a riconoscere e imitare suoni onomatopeici, rumori naturali e artificiali, costruire semplici strumenti, riprodurre e inventare ritmi.
È altresì importante che gli insegnanti prestino una maggiore attenzione alla propria voce e che imparino a gestirla, in particolare durante le narrazioni. Saperne modificare tono, timbro, volume, inflessione per imitare personaggi, rumori ed eventi, oltre a divertire i bambini e mantenere alta l’attenzione, sarà funzionale alla comprensione dei contenuti, soprattutto da parte di coloro che sono più sensibili a tale modalità
L’intelligenza esistenziale rende il soggetto incline alla riflessione sulle tematiche che solitamente risultano oggetto dell’indagine filosofica: il senso della vita, della morte, i valori e la giustizia. La curiosità è una prerogativa dell’età infantile, non a caso la fase che coincidecon la scuola dell’infanzia viene spesso definita l’«età dei perché».
Ovviamente il bambino non è in grado di distinguere tra le domande inerenti ilmondo fisico e quelle che trascendono la realtà sensoriale, pertanto è probabile che indifferentemente ne formuli di entrambi i tipi pensando che per ogni sua domanda ci sia sempre una risposta che l’adulto possa fornirgli. Pur restando affascinati dalla profondità di alcune affermazioni e interrogativi dei piccoli, quando vengono toccati temi esistenziali, molti adulti tendono a soffocare questa naturale sete di sapere. Se da una parte vorrebbero soddisfare ogni curiosità infantile, dall’altra si sentono inadeguati e molto spesso imbarazzati a dover ammettere che non a tutte le domande corrispondono risposte certe e oggettive. Per questo motivo tendono a eludere certe questioni oppure a fornire risposte dogmatiche fino a farne spegnere l ’interesse.
Affinché i bambini possano coltivare un atteggiamento di ricerca spirituale, esistenziale ed etica, è necessario che l’educatore trovi il modo di trasmetter loro il messaggio che non è affatto stupido continuare a interrogarsi anche su questioni su cui non esistono certezze, anzi bisogna provare a trovare delle risposte personali, a confrontarle con quelle degli altri e di culture diverse della propria, in un clima di apertura e accettazione reciproca.
L’intelligenza linguistica si esplica attraverso la propensione all’ascolto e alla produzione verbale: chi ne è particolarmente dotato si impadronisce facilmente di termini nuovi, mostra interesse verso giochi di parole, può utilizzare il linguaggio in modo creativo.
Considerando che il linguaggio verbale rappresenta il mediatore privilegiato nelle relazioni umane, il bambino con spiccate doti linguistiche otterrà molto presto il riconoscimento da parte del mondo degli adulti. Questi bambini vengono spesso esibiti da genitori orgogliosi della loro loquacità e riempiti di nozioni che saranno più o meno gentilmente invitati a sciorinare per compiacere parenti e conoscenti.
È ovvio che non tutti i bambini reagiscono allo stesso modo davanti a tali richieste, qualcuno probabilmente si sentirà gratificato dalle attenzioni e dalle lodi che riceve, ma altri potrebbero esserne infastiditi o, peggio, sentirsi strumentalizzati. Per valorizzare attitudini linguistiche particolarmente sviluppate, piuttosto che privilegiare un approccio di tipo nozionistico che faccia leva sulla capacità di memorizzare un’enorme quantità di dati, sarà più produttivo e soprattutto più stimolante favorirne l’impiego creativo.
L’intelligenza visivo-spaziale si traduce in sensibilità alle forme, ai colori, alle relazioni spaziali, alla capacità di una loro rappresentazione mentale anche inassenza degli stimoli visivi di riproduzione plastico o grafica.
Solitamente il bambino che ne possiede un alto livello è un attento osservatore della realtà, presta attenzione ai dettagli, interiorizza punti di riferimento, posizioni e direzioni. Inizialmente dimostra questa sua capacità orientandosi agevolmente nello spazio fisico, ritrovando o collocando oggetti rispetto a determinati punti di
riferimento. Con l’acquisizione di abilità grafomotorie e manipolative il bambino potrà esprimere questa sua abilità attraverso accurate rappresentazioni bidimensionali: disegno o pittura sul piano orizzontale e tridimensionali attraverso la scultura e le attività di costruzione. Stimolare ed esercitare l’intelligenza visivo-spaziale attraverso attività di osservazione, riproduzione grafica, percorsi e schede operative appositamente strutturate, risulta funzionale anche allo sviluppo dei prerequisiti della scrittura e della lettura. Le eventuali difficoltà di apprendimento riferite alle suddette strumentalità, non sempre, sono riconducibili a disturbi specifici quali dislessia o disgrafia e talvolta possono dipendere da un’inadeguata organizzazione spaziale.
L’intelligenza cinestetica favorisce il controllo del proprio corpo, la coordinazione dei movimenti, l’espressività attraverso la mimica e la gestualità, implica abilità nella manipolazione degli oggetti per fini funzionali o espressivi.
Se un bambino che si muove poco, che appare lento goffo e impacciato
indica inequivocabilmente uno scarso sviluppo di questa intelligenza, sarà bene
non lasciarsi ingannare dal caso opposto cioè da chi si muove in continuazione.
L’iperattività, a prescindere dalla causa che l’ha originata, indica in ogni caso uno
scarso controllo del corpo.
Per scoprire le potenzialità connesse all’intelligenza cinestetica occorrerà
osservare l’equilibrio statico e dinamico, le abilità relative alla motricità globale, la
competenza nelle attività fino-motorie, la coordinazione oculo-manuale, le abilità
manipolative e grafiche, l’espressività. Un’adeguata acquisizione dello schema
corporeo emerge anche dalla capacità di saper rappresentare attraverso il disegno la figura umana. Risulta infatti che alcuni soggetti, pur essendo abili nella riproduzione grafica del reale, se presentano lacune a livello dell’interiorizzazione dello schema corporeo, disegneranno figure incomplete, sbilanciate o con arti mancanti.
Fermo restando che un efficace controllo del corpo e lo sviluppo di forza,
velocità e destrezza, siano espressione di benessere e vitalità, sarà opportuno
prestare attenzione che un bambino eccessivamente fiducioso nelle possibilità del proprio corpo non utilizzi queste sue doti con finalità aggressive o di sopraffazione fisica ai danni di altri.